Batosta meritata: 46 anni di carcere confermati per 9 grandi banche islandesi (Notizia censurata in Italia)

Nessun media italiano racconta ovviamente quello che è successo in Islanda. Una punizione meritata che dovrebbe essere imposta anche ai nostri truffatori… non solo banchieri, ma anche politicanti truffaldini. L’Islanda ha agito in modo diverso dal resto dell’Europa e degli Stati Uniti, consentendo che i banchieri fossero perseguiti come criminali piuttosto che trattarli come una specie protetta.

L’Islanda ha riconosciuto nove banchieri (le banche principali) colpevoli e li ha condannati a decenni di carcere per reati connessi alla crisi economica del 2008. Giovedi, 6 ottobre la Corte Suprema islandese ha reso un verdetto di colpevolezza per i nove imputati per manipolazione del mercato, dopo un lungo processo che ha avuto inizio nel mese di aprile dello scorso anno.

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Kaupthing, la più grande banca islandese, leader a livello internazionale, con sede a Reykjavik, in Islanda, si è sviluppata a livello internazionale per anni, ma è crollata nel 2008 sotto il peso di enormi debiti, paralizzando l’economia della piccola nazione. Chiedendo alla giustizia che i banchieri fossero soggetti alle stesse leggi alle quali sono soggetti tutti i cittadini, l’Islanda ha adottato una strategia del tutto diversa da quella dell’Europa o degli Stati Uniti, dove le banche hanno ricevuto multe simboliche, ma dove direttori e mecenati non hanno avuto alcuna pena.

Mentre i governi americani/europei salvano le loro grandi banche con i soldi dei contribuenti, inducendo i banchieri nei loro comportamenti malvagi – l’Islanda ha adottato un approccio diverso, dicendo che avrebbe lasciato fallire le  banche, eliminando e punendo i criminali che hanno portato queste banche sul lastrico. Soprattutto, l’Islanda, ha scelto di proteggere i risparmi dei cittadini. Così, l’ex direttore della banca Kaupthing, Már Sigurðsson Hreiðar, che era già stato condannato e imprigionato lo scorso anno, ha visto ora la sua prigionia prolungata di altri sei mesi.

Secondo l’Islanda Monitor, i nove banchieri sono stati riconosciuti colpevoli di reati legati alla finanza: acquisti abusivi di azioni e vendita con l’inganno di azioni truffa ai propri clienti, esattamente come è successo in Italia con Banca Etruria, giusto per fare un esempio (dove proprio in questi giorni i responsabili sono stati invece tutti assolti).

L’approccio islandese
Questi fatti rappresentano solo l’ultimo giro di vite dell’Islanda in merito al crollo economico. Le autorità hanno condannato i padroni delle banche, gli amministratori delegati e i funzionari governativi per reati che vanno dall’insider trading alla frode, al riciclaggio di denaro e violazione di diritti da parte di funzionari. Nel frattempo, l’economia, che nel 2008 era crollata, oggi è ripartita alla grande, dopo aver lasciato le sue banche fallire, e imponendo controlli sui capitali a protezione dei propri cittadini.

La volontà dell’Islanda è in netto contrasto con quanto praticato nel Regno Unito, nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, dove i banchieri colpevoli, grazie ai salvataggi governativi, hanno continuato a fare profitti fenomenali e a intascare bonus osceni come se nulla fosse accaduto.

L’anno scorso, perfino il Fondo monetario internazionale aveva riconosciuto che l’Islanda era tornata in ripresa economica “senza compromettere il suo modello di welfare”, e soprattutto senza punire i suoi cittadini per reati commessi dai suoi banchieri.

Fonte originale: http://yournewswire.com/iceland-jail-bankers-46-years/

Fonte: http://laveritadininconaco.altervista.org/

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