SIRIA, LA BIMBA SCAMBIA LA FOTOCAMERA PER UN’ARMA E SI “ARRENDE” AL FOTOGRAFO

Hudea, piccola siriana di 4 anni, scambia l’obiettivo di una macchina fotografica professionale per la canna di un fucile, e alza le mani in segno di resa.
Coloro che condividerono questa immagine furono commossi dalla paura negli occhi della bambina, mentre sembrava fissare la canna di una pistola. Non era una pistola, ovviamente, ma una macchina fotografica. Ma chi ha scattato la foto e qual è la storia dietro di essa? BBC Trending ha rintracciato il fotografo originale – Osman Sağırlı – e gli ha chiesto come sarebbe la storia dietro questa immagine.
La foto ha iniziato a diventare virale quando è stata twittata da Nadia Abu Shaban, una fotogiornalista con base a Gaza. L’immagine si diffuse rapidamente attraverso i social network. “In realtà sto piangendo”, “incredibilmente triste”, e “umanità fallita”, si legge nei commenti. Il post originale è stato ritwittato più di 11.000 volte. L’immagine è stata condivisa anche su Reddit, provocando un’altra effusione di emozioni. Ha ricevuto oltre 5.000 voti e 1.600 commenti.
Accuse che la foto era falsa o che era una messa in scena presto seguirono su entrambi i social. Molti su Twitter hanno chiesto chi avesse scattato la foto e perché fosse stata pubblicata senza alcun riferimento al fotografo. Abu Shaban, l’autrice del tweet ha confermato di non aver scattato la foto e di non sapere chi l’avesse fatto.
Su Imgur, un sito Web per la condivisione di immagini, un utente ha rintracciato la fotografia in un ritaglio di giornale , affermando che era reale, ma scattata “intorno al 2012”. Il post ha anche identificato un fotoreporter turco, Osman Sağırlı, come l’uomo che ha scattato la foto.
La BBC Trending ha parlato con Sağırlı, che ora lavora in Tanzania, per confermare le origini di tale foto e per conoscere la sua storia.
Il fotografo conferma che nell’ immagine c’è una bambina di quattro anni, Hudea. L’immagine è stata scattata nel campo profughi di Atmeh in Siria, nel dicembre del 2014. Adi Hudea, a soli 4 anni, perse suo padre nel bombardamento di Hama. dopo l’accaduto fu trasferita a Camp Atmeh al confine tra Siria e Turchia con sua madre, molto nervosa, e tre fratelli.
“Stavo usando un teleobiettivo, e lei pensava che fosse un’arma”, dice Sağırlı. “Ho capito che era terrorizzata dopo che l’ho scattata e ho guardato la foto, perché si è morsa le labbra e ha alzato le mani. Normalmente i bambini scappano, nascondono i loro volti o sorridono quando vedono una telecamera.” Sono state scattate immagini di bambini nei campi particolarmente rivelatrici, “Sono i bambini che riflettono i sentimenti con la loro innocenza.”
L’immagine è stata pubblicata per la prima volta sul giornale Türkiye, dove Sağırlı ha lavorato per 25 anni, riprendendo guerre e catastrofi naturali al di fuori del paese. All’epoca la foto fu ampiamente condivisa dagli utenti dei social media di lingua turca. Ma ci sono voluti alcuni mesi prima che diventasse virale nel mondo occidentale.
https://www.jedanews.com/siria-la-bimba-scambia-la-fotocamera-per-unarma-e-si-arrende-al-fotografo/

Le 7 marche di cioccolato che sfruttano il lavoro minorile – Fareste bene ad appuntarvele per ricordarle quando siete al supermercato!

zzzConosciamo “il lato nero del cioccolato”
Nel settembre 2015 è stata presentata un’azione giudiziaria contro la Mars, la Nestlè e la Hershey sostenendo che stavano ingannando i consumatori che “senza volerlo” stavano finanziando il lavoro schiavo infantile del cioccolato in Africa Occidentale.

Bambini tra gli 11 e i 16 anni (a volte anche più giovani) sono chiusi in piantagioni isolate in cui lavorano tra le 80 e le 100 ore a settimana. Il documentario Slavery: A Global Investigation ha intervistato dei bambini che sono stati liberati, che hanno raccontato che spesso ricevevano pugni e venivano picchiati con cinte e fruste.

“Essere picchiato faceva parte della mia vita”, ha raccontato Aly Diabate, uno dei bambini liberati. “Quando ti mettevano addosso i sacchi [di chicchi di cacao] e cadevano mentre li trasportavi, nessuno ti aiutava. Anzi, ti picchiavano finché non ti rialzavi”.

Nel 2001, la Food and Drug Administration voleva approvare una legislazione per l’applicazione del marchio “slave free” (senza lavoro schiavo) sulle confezioni, ma prima che il provvedimento venisse votato l’industria del cioccolato – includendo Nestlé, Hershey e Mars – ha usato il suo denaro per bloccarla, promettendo di porre fine al lavoro schiavo infantile nelle sue imprese entro il 2005.

Questo limite temporale è stato ripetutamente rimandato, e attualmente la meta è il 2020. Nel frattempo, il numero di bambini che lavorano nell’industria del cacao è aumentato del 51% tra il 2009 e il 2014, in base a un resoconto del luglio 2015 della Tulane University.

Come ha detto uno dei bambini liberati, “godete di qualcosa che è stato fatto con
la mia sofferenza. Ho lavorato sodo per loro, senza alcun beneficio. State mangiando la mia carne”.

Le 7 marche di cioccolato che utilizzano cacao proveniente dal lavoro schiavo infantile sono:

Hershey
Mars
Nestlè
ADM Cocoa
Godiva
Fowler’s Chocolate
Kraft
Per avere un’idea più chiara della questione, ecco il documentario O Lado Negro do Chocolate.

La situazione è stata denunciata anche dal The Guardian, mentre il Daily Mail ha sottolineato che i bambini impiegati in questa industria utilizzano strumenti e macchinari pericolosi, portano i chicchi di cacao su lunghe distanze, lavorano per molte ore e sono esposti a pesticidi e ad altre sostanze chimiche pericolose senza indumenti protettivi. Gran parte del pericolo deriva dal fatto di utilizzare machete con grosse lame.

Secondo l’Huffington Post, le violazioni dei diritti dei bambini sono alla base di oltre il 70% della produzione mondiale di cacao. In base a un rapporto investigativo della BBC, centinaia di migliaia di bambini vengono comprati o rapiti e poi portati in Costa d’Avorio, il più grande produttore mondiale di cacao, dove vengono schiavizzati nelle piantagioni.

I genitori spesso pensano che i figli troveranno un lavoro onesto fuori dal loro Paese e potranno mandare un po’ di denaro a casa, ma nella maggior parte dei casi non è così. I bambini non vengono pagati, non ricevono educazione, sono malnutriti e spesso non rivedranno più le proprie famiglie.

Insomma, prima di mangiare un pezzo di cioccolata sarebbe bene informarsi su com’è stato prodotto, e soprattutto sulle spalle di chi.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

RIPUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE UNA LETTERA DI CHIARIMENTO INVIATACI DAL GRUPPO NESTLÉ IN ITALIA
Fonte: Aleteia

tratto da: https://www.informarexresistere.fr/le-7-marche-di-cioccolato-che-sfruttano-il-lavoro-minorile/

Un grande alleato per la nostra salute – Dal colesterolo al diabete all’obesità fino alla prevenzione di ictus e infarto: anche i mandarini tolgono il medico di torno…

zzz-24I mandarini sono dei veri e propri scrigni del tesoro che nascondono un elisir di salute: ecco quanti e come mangiarli per prevenire malattie e malanni di stagione

Gli agrumi sono estremamente ricchi di antiossidanti che prevengono le infezioni e rafforzano il sistema immunitario. Tra questi il mandarino, nella famiglia delle Rutacee, è sicuramente quello che registra una maggiore concentrazione di flavonoidi, tra i quali spicca la nobiletina, sostanza che aiuta ad abbassare i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue, e a prevenire l’aterosclerosi, patologia che anticipa malattie cardiocircolatorie come ictus e infarto. Consumare tutti i giorni questi agrumi avrebbe un’azione benefica sul controllo del diabete (in particolare quello di tipo 2) e dell’obesità. Tra le vitamine del mandarino quella più presente è la vitamina C, che si concentra nella buccia e soprattutto nell’“albedo” ovvero la pellicina che in genere togliamo sbucciando il frutto. La vitamina C ha molteplici virtù terapeutiche: favorisce la sintesi del collagene, una proteina che protegge la pelle, i tendini e le gengive; è indispensabile nella prevenzione delle infezioni e accelera i tempi di cicatrizzazione delle ferite.

Chi fuma dovrebbe assumere quotidianamente vitamina C perché la nicotina azzera le scorte di questa vitamina nell’organismo. È inoltre utile per chi è convalescente ed ha assunto antibiotici o antipiretici e per chi fa uso di cortisonici o contraccettivi orali. Le persone soggette a frequenti infezioni, raffreddori, afte, gengiviti o epistassi (emorragie di sangue dal naso), dovrebbero integrare giornalmente la loro dieta con dosi di vitamina C estratta dai frutti, come gli agrumi. Il consumo giornaliero di alimenti contenenti dosi massicce di vitamina C dimezza il rischio di tumori a bocca, laringe e stomaco e riduce del 20% quello di ictus. La vitamina C, infine, è indispensabile in inverno per evitare febbri e influenze: sono sufficienti un paio di mandarini al giorno per vaccinarsi contro i malanni del grande freddo. Nei mandarini non mancano le vitamine del gruppo B (niacina, tiamina, vitamina B6) e i sali minerali (ferro, rame, calcio, manganese e soprattutto potassio, reidratante e stimolante della diuresi), acido folico (previene l’osteoporosi) e fibra, che ha l’effetto di un lassativo naturale.

fonte: http://www.meteoweb.eu/2018/12/mandarini-colesterolo-diabete-ictus-infarto/1197938/